“Dopo un'esperienza traumatica,
il sistema umano di auto-conservazione
sembra essere in uno stato di allerta permanente,
come se il pericolo potesse tornare da un momento all'altro.”
Judith Lewis Hermana
Il PTSD è una patologia che può svilupparsi in persone che hanno subito o hanno assistito a un evento traumatico, catastrofico o violento oppure che sono venute a conoscenza di un’esperienza traumatica accaduta a una persona cara. A tutti noi può capitare di vivere esperienze soverchianti, spaventose e percepite come al di fuori del nostro controllo.
SINTOMI NEL DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS
TIPI DI DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS
PTSD con sottotipo dissociativo: oltre ai sintomi specifici del disturbo, la persona riporta persistenti segnali dissociativi, come depersonalizzazione (sensazione di distacco dal proprio corpo e dai propri processi mentali, una percezione di essere al di fuori del proprio corpo quasi come osservatore esterno di sé stesso) derealizzazione (sensazione sempre di distacco ma che riguarda l’ambiente circostante, che appare irreale, distorto o come in un sogno).
Le persone possono dissociarsi, come difesa.
PTSD a espressione ritardata: i sintomi (fisici, mentali o emotivi) del disturbo si possono manifestare anche oltre i 6 mesi dall’evento traumatico. L’intero quadro sintomatologico può addirittura comparire dopo diversi anni dall’evento, è il caso dell’adulto che sviluppa e diventa consapevole del PTSD dopo molti anni dall’evento traumatico (un esempio può essere l’abuso infantile, il soggetto al verificarsi dell’evento non ha mentalizzato l’accaduto oppure è riuscito a non farlo emergere nella propria coscienza/memoria).
PTSD complesso: questa forma si manifesta tipicamente in seguito a traumi precoci, di natura interpersonale (ad esempio, abuso fisico, sessuale o psicologico ad opera di una figura di accudimento) e di tipo cronico (come maltrattamenti ripetuti, violenze cumulative o grave trascuratezza).
REAZIONI POSSIBILI AL DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS
Quando è presente un trauma le persone possono mettere in atto dei comportamenti di evitamento o vivere una difficoltà a livello emotivo. I singoli potrebbero non riuscire a gestire le emozioni intense e improvvise (come la rabbia) e potrebbero mettere in atto condotte autodistruttive (autolesionismo, abuso di sostanze, ecc.).
La presenza di episodi dissociativi, l’insorgenza di amnesia e l’incapacità di focalizzarsi su uno stimolo rilevante sono dei possibili esempi di risposte emesse dagli individui per sottrarsi ai pensieri/ricordi e alle sensazioni fisiche/emotive legate alle esperienze traumatiche.
A LIVELLO PERSONALE può verificarsi una “distorsione” nella percezione di sé.
Le vittime di esperienze traumatiche sviluppano una visione di sé stesse come indesiderate, deboli, impotenti, “danneggiate” e provano senso di colpa e vergogna cronici.
La persona può diventare incapace di fidarsi o di entrare in intimità con gli altri, emerge elevata sospettosità e può decidere volontariamente un auto-isolamento sociale.
Un altro aspetto importante può riguardare la PERCEZIONE DELLA PROPRIA VITA che può mutare nel tempo o a fronte di eventi vulnerabili/di cambiamento.
Alcune persone riferiscono di non trovare più alcun senso nella propria esistenza.
A LIVELLO CORPOREO possono insorgere sofferenze e malesseri somatici. Spesso si assiste alla comparsa di sintomi cronici a livello fisico (dolori addominali, nausea, vomito, mal di testa, ecc.) che non sono riconducibili a delle cause medico/organiche.
TRATTAMENTO
È importante valutare da quanto sono presenti i sintomi, se colludono con la routine quotidiana o la propria vita personale.
Il trattamento potrebbe essere sia farmacologico sia psicoterapeutico.
La psicoterapia si può svolgere anche individualmente, in gruppo, come coppia o famiglia.
La persona durante questi incontri potrà acquisire tecniche per il controllo e la gestione dell’ansia, l’eventuale evitamento della situazione temuta, riformulare i ricordi traumatici (come le false memorie) e rimodulare i sintomi depressivi.
Possono essere fornite anche indicazioni inerenti la tipologia del disturbo.
Si può anche lavorare sulle memorie traumatiche grazie a una ristrutturazione cognitiva dove il ricordo da negativo diventa neutro.
Alcune tecniche ampiamente usate e descritte dalla letteratura scientifica sono, inoltre, l’EMDR, la terapia psicomotoria, la mindfullness, ecc.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA:
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Van der Kolk B., Patti M.S. & altri, Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche. Ed. Raffaello Cortina 2015
Dr.ssa Federica Ciocca
Psicologa, Psicoterapeuta
Riceve a Torino, in provincia ed online