“La persona traumatizzata trova sollievo
semplicemente nell’imparare
il vero nome della sua condizione.
Non più imprigionata nel mondo
senza parole del trauma,
scopre che vi è un linguaggio per la sua esperienza.
Scopre che lei non è sola;
altri hanno sofferto in modo simile.
Scopre inoltre che lei non è pazza;
le sindromi traumatiche sono normali risposte umane
alle circostanze estreme.
E scopre, infine, che non è destinata
a soffrire di questa condizione a tempo indeterminato;
può aspettarsi di recuperare, come altri hanno recuperato.”
Judith Lewis Herman
È una patologia che può svilupparsi in persone che hanno subito o hanno assistito a un evento traumatico, catastrofico o violento oppure che sono venute a conoscenza di un’esperienza traumatica accaduta a una persona cara. A tutti noi può capitare di vivere esperienze soverchianti, spaventose e percepite come al di fuori del nostro controllo.
DIAGNOSI: DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS DSM 5
Secondo il DSM-5 (APA, 2013) per fare diagnosi di PTSD è necessario valutare la presenza dei seguenti criteri:
• Criterio A – Esposizione a un evento traumatico
• Criterio B – Sintomi di risperimentazione
• Criterio C – Sintomi di evitamento
• Criterio D – Sintomi di alterazione negativa dei pensieri e delle emozioni
• Criterio E – Sintomi di iperattivazione
CRITERIO A – ESPOSIZIONE A UN EVENTO TRAUMATICO
Esposizione a evento traumatico come morte o minaccia di morte, grave lesione oppure violenza sessuale.
L’esposizione può avvenire in diversi modi:
1. Fare esperienza diretta (in prima persona).
2. Assistere a un evento traumatico accaduto ad altri.
3. Venire a conoscenza di un evento traumatico accaduto a una persona con cui si ha una relazione, ad esempio un componente della propria famiglia o un amico stretto.
4. Estrema e ripetuta esposizione a dettagli crudi dell’evento.
CRITERIO B – SINTOMI DI RI-SPERIMENTAZIONE
La vittima si ritrova a rivivere ripetutamente il momento del trauma.
Un esempio può essere il rivivere quel momento sotto forma di flashback (percezione di star risperimentando l’evento nel presente, fino alla completa perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante).
I flashback sono di solito accompagnati da intensa paura e reattività fisiologica (battito cardiaco accelerato, sudorazione, tensione muscolare e nausea).
Alcuni particolari che ricordano il trauma possono scatenare un flashback in modo improvviso durante la giornata.
Un’altra forma di risperimentazione del trauma avviene attraverso gli incubi.
CRITERIO C – SINTOMI DI EVITAMENTO
Nel tentativo di evitare la risperimentazione del trauma, la vittima può iniziare ad evitare situazioni esterne (attività, conversazioni, persone, ecc.) che ricordano o sono in qualche modo associate all’evento traumatico.
Con il tempo, questa strategia diventa sempre più problematica poiché la persona può finire col defilarsi dalle interazioni sociali, smettere di frequentare i luoghi abituali, o cambiare significativamente le proprie abitudini per non incorrere in dettagli che possano scatenare sintomi disturbanti.
L’evitamento può riguardare anche l’esperienza interna della persona: in maniera più o meno consapevole.
La strategia dell’evitamento può essere funzionale nel breve termine,
ma alla lunga ostacola l’elaborazione delle esperienze traumatiche.
CRITERIO D – SINTOMI DI ALTERAZIONE NEGATIVA DEI PENSIERI E DELLE EMOZIONI
L’evento traumatico viene vissuto da molte vittime come uno spartiacque tra il “prima” e il “dopo”, tra la “salute” e la “malattia”.
La persona può sviluppare convinzioni o aspettative negative su sé stessa (“sono cattiva”), gli altri (“non ci si può fidare di nessuno”), o il mondo (“il mondo è un posto pericoloso”).
Anche la memoria può essere significativamente alterata.
Emozioni negative comunemente esperite includono colpa, vergogna, rabbia, paura e umore depresso.
Per proteggersi dal dolore psicologico, la persona può cercare di staccarsi dalle proprie emozioni e può quindi risultare insensibile, disinteressata o estraniata rispetto agli altri.
CRITERIO E – SINTOMI DI IPERATTIVAZIONE
L’essere umano è evolutivamente programmato per combattere o fuggire da situazioni che sono pericolose.
Tuttavia, nel caso del PTSD, questa modalità difensiva è costantemente attivata.
La persona sviluppa una sorta di ipersensibilità ai potenziali segnali di pericolo, che la porta a essere costantemente in allerta o a rispondere in maniera esplosiva e rabbiosa.
Questo insieme di sintomi deve essere persistente (durare più di un mese; CRITERIO F), creare sofferenza e interferire con il funzionamento della persona in aree importanti (CRITERIO G) e non essere attribuibile agli effetti di sostanze stupefacenti o a un’altra condizione medica (CRITERIO H).
Per conoscere i sottotipi di PTSD e i possibili trattamenti:
Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD): SINTOMI, REAZIONI E TRATTAMENTO
Cosa accade a un bambino quando vive un evento traumatico?
Disturbo post traumatico da stress e bambini
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA:
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Liotti G., Farina B. Sviluppi Traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa. Raffaello Cortina Editore, Milano. Anno 2011
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Dr.ssa Federica Ciocca
Psicologa, Psicoterapeuta
Riceve a Torino, in provincia ed online